A Venezia Spazio Thetis ospita la tappa conclusiva del Festival
delle Arti 2020
Spazio Thetis
24.09.2020
h. 17:30
Spazio Thetis - Arsenale Nord
La serata veneziana chiuderà il festival che ha visto la partecipazione di oltre 60 artisti. Durante l'evento verranno inoltre presentati i dettagli del Progetto di land art che la scultrice statunitense Beverly Pepper aveva sviluppato per l’“Isolotto nuovo” situato al centro della Bocca di Porto del Lido che ospita i sottoservizi per il MOSE.
Lo spazio è quello, suggestivo, dello Spazio Thetis, all'Arsenale Novissimo. Qui, giovedì prossimo alle 17.30, si terrà l'evento conclusivo del Festival delle Arti 2020, organizzato dalla Fondazione Progetti Beverly Pepper in collaborazione con la Beverly Pepper USA Foundation e il Comune di Todi, che ha sostenuto la realizzazione di tutte le tappe della manifestazione.
L'area che ospita in maniera permanente le quattro imponenti Todi Columns, donate dall'artista statunitense Beverly Pepper ai Musei Civici di Venezia, operazione fortemente voluta negli anni 90 da Antonietta Grandesso, Responsabile di Spazio Thetis, farà da palcoscenico alla performance di danza contemporanea e percussioni di ContemportaneaMente GruppoDanza, in collaborazione con i musicisti di La Mama Umbria International, che per l ’evento veneziano ha ideato The Memoria Circle: un viaggio nel tempo attraverso le arti performative con il quale lo spettatore potrà vivere e percepire la forza e la potenza delle opere monumentali di Pepper.
“Quello veneziano è il degno scenario per portare a conclusione questa kermesse culturale unica nel suo genere in Italia” spiega Michele Ciribifera, presidente della Fondazione Progetti Beverly Pepper. “Il weekend scorso a Todi, quello precedente a L'Aquila e ora qui nella laguna veneta abbiamo voluto riportare in città l'arte, nelle sue molteplici forme. Scultori, pittori, mastri artigiani, performers e ora ballerini e musicisti. Il motivo è molto semplice: il lockdown ha privato i nostri centri urbani di gente e vita. Vogliamo dimostrare che le espressioni artistiche sono strumenti essenziali per dare nuova linfa agli spazi urbani e per farne scenografie ideali per unire le bellezze artistiche del passato con le suggestioni culturali del presente. La grande presenza di pubblico che abbiamo rilevato nelle prime due tappe e siamo certi avremo anche in un luogo simbolo di Venezia, l ’Arsenale storico dove si sviluppano le aree coperte ed il parco bellissimo di Spazio Thetis, dimostra quanto sia condivisa dalle persone l'esigenza di riappropriarci dei luoghi cittadini per ritrovare il nostro senso di comunità”.
I luoghi scelti, peraltro, sono simbolici dell'amore che Beverly Pepper (scomparsa a febbraio scorso) aveva per l'Italia. Tutti ospitano infatti sculture e opere di land art che lei aveva donato al nostro Paese: un modo perfetto per renderle omaggio e ricordarne la
visione. “Attraverso l ’arte contemporanea e la sua valorizzazione Beverly Pepper ha insegnato a riqualificare porzioni significative del territorio, in uno slancio civico che ha pochi precedenti” osserva Francesca Valente, curatrice del Festival delle Arti.
La serata di giovedì sarà peraltro l 'occasione per presentare il Progetto di land art di Beverly Pepper: quello per l’Isolotto alla Bocca di Porto del Lido. L’artista, maestra dell’arte pubblica, aveva realizzato questo progetto per i veneziani e per offrire loro uno spazio nuovo e naturale per vivere l ’arte e la cultura attraverso concerti e spettacoli tra il mare e la natura.
Il progetto prevede infatti la realizzazione di un anfiteatro presso l’Isolotto Nuovo, costruito rigorosamente con pietra locale, che include al suo interno aree verdi ed opere monumentali in acciaio inox. Due le sculture progettate per l’isola: una di circa 20 metri pensata come un faro per le navi in entrata, e l’altra di circa 10 metri, rivolta alla città come a richiamare i veneziani all’arte contemporanea. Trattandosi di Venezia, la Pepper non ha tralasciato l’elemento acquatico: l’anfiteatro sarà quindi attraversato da un piccolo corso d’acqua o, in alternativa, di vetro azzurro che si ricongiungerà con il mare. Il plastico del progetto è stato donato lo scorso anno dalla Fondazione Progetti Beverly Pepper allo Spazio Thetis in occasione dell’esposizione dell’artista alla Biennale di Venezia.
A Cecina al via la personale dell’artista Giuseppe Linardi - Déjà New
Presso le sale del Centro Espositivo del Comune di Cecina prenderà il via sabato 7 marzo la mostra ‘Déjà New’, personale
dell’artista Giuseppe Linardi, mostra promossa dall’Amministrazione Comunale di Cecina, organizzata da ACS Art Center
in collaborazione con l’Associazione Culturale Aruspicina.
La mostra, aperta dal 7 marzo al 13 aprile è a cura di Alessandro Schiavetti.
Linardi, pittore e scultore, è nato a Buenos Aires in Argentina nel 1971 e attualmente vive e lavora a Follonica, in Toscana;
l’artista, oltre che a numerose personali e collettive, ha partecipato alla 56ª Esposizione Internazionale d’Arte a Venezia con
l’installazione chiamata Toys, selezionata dal curatore Okwui Enzewor. Dopo la scuola d’arte e l’Accademia di Belle Arti a Firenze
si dedica per un periodo all’Iperrealismo, che poi evolve con uno sviluppo del suo lavoro mirato alla deframmentazione dello
stesso in colpi di pennello chiamati ‘codici’ dall’artista stesso, processando l’opera e scomponendola in vere e proprie de-
codifi cazioni apportate da tale tecnica, che disorientano l’osservatore dalla staticità d’insieme, inducendolo a rielaborare l’ottica
dell’opera in vivaci e nuove sensazioni percettive.
L’abilità di Linardi nel decodifi care si sviluppa ancora e la sua tecnica si trasforma evolvendosi nuovamente, grazie all’innato
desiderio dell’artista di sperimentare nuovi progetti e nuove forme di comunicazione; l’esperienza ottica della nuova genera-
zione di opere che l’artista realizza è un’esperienza unica per interattività e impatto. Attraverso l’utilizzo di colate specifi che
di colore che si riavvicinano, abili e fl uide pennellate e collages, i dettagli si arrotondano e aumentano la loro possibilità inter-
pretativa, alimentando di fatto l’impatto visivo e allo stesso tempo la fantasia stessa dell’osservatore che ne osserva le infi nite
possibilità compositive. Nella mostra ‘Déjà New’ l’artista propone, attraverso questa tecnica, una sua interpretazione dei
grandi classici della Storia dell’Arte italiana; alcune immortali opere dei maestri come Tiziano, Michelangelo, Caravaggio,
Botticelli, Leonardo, Raffaello, vengono reinterpretate da Linardi grazie alla sua evoluzione pittorica, che sprigiona da se stes-
sa, in un’esplosione cromatica di infi nite possibilità percettive, un’avvolgente visione d’insieme particolarmente accennante
e sensuale. Le opere che sono rimaste immortali nel tempo dei tempi, grazie all’immensità della maestria che ha caratterizzato la
Storia dell’Arte italiana nelle sue più grandi fi gure chiave, si schiude in vibranti interpretazioni contemporanee che con Linar-
di assumono un valore estetico di altissima risonanza, rimodellate e strutturalmente pronte a evolversi ancora esponendosi
virtualmente e progressivamente verso l’osservatore stesso.
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